1833 – Il lievito chimico

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Nel 1833 ci fu una grande scoperta che portò successivamente all’invenzione del lievito chimico e non solo. Ecco in breve la storia.

Francois Anselme Payen è stato un chimico francese che nei suoi studi abbracciò anche la fisica e la matematica.

Ha avuto un ruolo importante in diverse scoperte che hanno aiutato a progredire la conoscenza della chimica degli alimenti, ma nel 1833 accadde qualcosa che gli diede la maggiore notorietà nell’ambito scientifico.

Isolò dal malto una sostanza in grado di catalizzare la trasformazione di amido in glucosio.

In poche parole fu il primo enzima isolato e chiamò questa sostanza diastasi, dal greco “separare”. Il nome di questo elemento diede origine al suffisso -asi, che da allora verrà utilizzato per la nomenclatura degli enzimi.

 

“Ma in pratica di cosa si tratta?”

 

Payen dirigeva una fabbrica che raffinava zucchero dalle barbabietole e volle iniziare a indagare sulle proprietà chimiche di alcune piante al fine di migliorare la propria attività.

Fin quando non riuscì ad isolare un enzima dal malto.

L’enzima da lui scoperto è stato il primo elemento organico ad essere isolato da un materiale vivente, che mostrasse un’attività catalitica senza di per se essere un organismo vivente.

In pratica da quel momento, per poter ottenere impasti lievitati, non fu più necessario dover conservare parte dell’impasto precedente con i lieviti vivi (quello che oggi chiamiamo lievito madre) per poter produrre nuovamente il giorno dopo.

Possiamo dire che il 1833, grazie a Payen, ha visto aprire la strada a quello che oggi è il lievito in polvere o lievito chimico.